martedì 4 novembre 2008

Adozione dal canile.

Dopo un anno e mezzo della morte della mia dolcissima cagnolina di 16 anni avevo deciso di prendere di nuovo un cane. Ero molto indecisa tra un cucciolo, uno di taglia piccola o grande già adulto. Ma di sicuro volevo salvarlo da qualche canile. Mi era arrivata una proposta di una ragazza che si occupa della salvezza dei cani e del canile di Rieti (http://www.ulminopericanidirieti.splinder.com/), c'era un cane che si stava lasciando andare. Un adulto di taglia grossa. Ogni giorno guardavo la sua foto sul sito delle adozioni. Ero fortemente combattuta...non potevo lasciarlo lì, chiuso in quell'orribile box a deprimere. E non avendo mai avuto un cane di grossa taglia nè adulto ero incerta sulle mie capacità di ridargli un sorriso. Era il mese di agosto, la partenza per le vacanze negli Usa era vicina e avevo deciso di rifletterci su durante il mio viaggio. Là vedevo ogni giorno ragazze o ragazzi, famiglie o persone anziane in compagnia di un cane, per la maggior parte di taglia media o grossa. E ogni giorno che passava mi sentivo sempre più sicura. Ma il massimo della sicurezza l'ho raggiunta quando sono andata, al ritorno dagli Usa, personalmente al canile di Rieti a trovarlo nel suo box. C'era un viale lungo, di fianco, sia a destra che a sinistra c'erano un centinao di box. I cani abbaiavano al mio passaggio, mi davano l'impressione di dirmi: fammi uscire da qui, ti prego! Il mio cuore batteva a mille, ogni sguardo di speranza, ogni abbaio mi faceva soffrire, mancare il respiro...una realtà crudele...loro hanno un cuore che batte, hanno il diritto di vivere...Mi sembrava di vivere in un bruttissimo sogno, ma andavo avanti...dovevo vedere lui, il mio cane. Era seduto e mi guardava con gli occhi ormai rassegnati, in solitudine e in silenzio. Sono entrata nel box per accarezzarlo. Persino il suo pelo era spento. Dentro mi era invaso all'improvviso un torrente forte, un miscuglio di forza, sicurezza e volontà. E tanto amore. Il mio cane dovrà ritornare a vivere. L'ho portato via e insieme a lui sono uscita da quel brutto sogno.
Nei primi tempi non aveva fiducia e stava spesso da solo. Ma con la mia determinazione e pazienza lo portavo ogni giorno a spasso, lo spazzolavo, lo coccolavo, gli davo i pasti, l'acqua fresca. Ogni giorno era un passo in più per me e per lui, scoprivamo insieme tante cose, le sue e le mie emozioni. Quando ha visto per la prima volta il mare era intimorito, sorpreso e curioso. Quando mi ha fatto capire che l'acqua del mare non l'avrebbe mai apprezzata mi ha fatto sorridere. Quando siamo sulle montagne si lancia in una corsa tutto felice, la natura per lui è un beneficio. Quando siamo in cima alla montagna contempliamo insieme il panorama, a volte anche abbracciati. Vedere i suoi occhi illuminarsi sempre di più mi riempie di gioia. Ha anche un suo "campo" che è diventato il nostro giro quotidiano, lì ha fatto conoscenze di altri cani e cagnette. Per lui è una specie di ritrovo e si diverte moltissimo.
Quando mi ha dato il primo bacio sul naso per me è stato bellissimo...ci siamo conquistati a vicenda. Ora sta tentando di conquistare anche i miei due gatti ed è stupendo vederlo in azione.
Quel cane rassegnato non esiste più, grazie a lui ho scoperto di avere la possibilità di ridare un sorriso.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao Chiara, come da tua richiesta ti ho inserito nel mio blogroll...saluti...

Anonimo ha detto...

complimenti, molte persone dovrebbero seguire il tuo esempio anzichè arricchire gli allevatori di cani di razza.....

Anonimo ha detto...

Grande Chiara...con questo racconto mi hai saputo emozionare...sempre più spesso gli animali sono meglio degli umani, ma a volte le persone con un cuore lo dimostrano e allora ci sono storie come la tua! Brava!Denny