mercoledì 5 novembre 2008

Bodie (CA-USA), città fantasma.

Bodie è situata sperdutamente all’Ovest delle montagne presso la Sierra Nevada , è una città abbandonata della corsa all'oro della California, il clima è sempre stato brutto, estati afosi e inverni rigidi. Aveva una popolazione di circa 10.000 ed è cresciuta grazie all'industria mineraria. Bodie ha preso il nome da Waterman S.Bodey che ha scoperto l’oro nel 1859. Il cambiamento ortografico del nome è spesso stato attribuito ad un errore di un disegnatore d’insegne, ma invece, è stata una decisione della gente di Bodie per assicurare una buona pronuncia. In questa città c’era l’alta percentuale della delinquenza e criminalità. I morti uccisi erano una monotona regolarità, la campana della chiesa suonava ogni morto e spesso si sentiva suonare più volte. Una bambina di cui i genitori dovevano portarla in questa remota ostile e infame città, scrisse nel suo diario: “Addio, Dio, io vado a Bodie.” Questa frase divenne famosa in tutto l’Ovest. I furti, le rapine delle carrozze, le risse per le strade facevano varietà, e i 65 saloon offrivano tante opportunità di rilassamento dopo tanti giorni di lavoro nelle miniere. Il Reverendo F.M. Warringon nel 1881 disse di proposito: “E’ un mare di peccati frustato da tempeste di brame e di passione.”
Oggi rimane un luogo silenzioso, quasi spettrale, con le case intatte, nonostante il passare degli anni. Hanno lasciato così com'era quando l'ultimo abitante se ne era andato.
Quando entro in questa cittadina contemporeanamente vado indietro con il tempo. Mi sembra di vedermi con addosso con un vestito dell'800 con un simpatico cappello a curiosare attraverso le finestre delle case. Ci sono ancora le tende, ma ormai a brandelli, i muri con la tappezzeria a fiori piena di umidità, letti di ferro battuto arrugginiti, persino materassi ormai in pessimo stato, qualche sedia di legno a dondolo, attorno al camino qualche pentola e piatto, persino giornali e giochi per bambini. In una finestra distinguo una donna seduta su una sedia a dondolo a sferruzzare qualche maglia ad aspettare il rientro del marito dalla miniera o dal saloon. Un bambino giocare per terra con il suo soldatino di legno e un neonato dormire nella sua culla. Mentre fuori ci sono gli spari di un deliquente che corre sulle strade di polvere terrorizzando la gente di passaggio. Corro nascondendomi tra la gente e mi fermo in una scuola, attraverso i vetri vedo tante piccole scrivanie, sopra sono appoggiati quaderni e libri, improvvisamente tanti bambini scorrazzano per l'aula, qualcuno disegna un foglio, un altro legge un brano, la maestra che tenta di calmare alcuni scolari vivaci. Quante voci, gridolini...
Ed ecco suonare la campana della chiesa, lì si può entrare, mentre cammino sento scricchiolare sotto i miei piedi le assi di legno. I fedeli sono sulle panche a pregare assieme al Reverendo, si sente il mormorio delle preghiere. Un luogo, forse l'unico, di pace.
Esco, per le strade polverose incontro un albergo, sbircio attraverso una porta finestra, alcuni uomini stanno giocando a biliardo e le donne chiacchierano sedute sulle poltroncine. Qualcosa mi distrae, un ragazzino mi sfiora e corre verso un negozio di alimentari e tessuti. Incuriosita attraverso la strada dove è appena passata una carrozza con due cavalli. Con il naso incollato al vetro vedo i prodotti alimentari, nastri, le stoffe...persino il caffé.
Poco lontano uno schiamazzo mi attira, proseguo con il mio vestito impolverato verso il saloon, un uomo mezzo ubriaco è steso per terra con un occhio viola. Si sente uno sparo e la gente scappa tra le grida di una donna molto vistosa, ma l'uomo ubriaco ha sparato ad un palo di legno scambiandolo per una persona. Arriva lo sceriffo, lo incatena e lo porta nella cella.
Una bambina con i boccoli che le scendono sulle spalle e un grazioso vestitino mi sorride e mi dice: "Qui siamo a Bodie!" e se ne va saltellando.
Salgo su un monte passando per le case, su alcune verande ci sono le pale, sicuramente di qualche miniatore tornato a casa a riposarsi. In cima sotto un bel sole e il cielo azzurro mi giro a guardare la cittadina, io sono di nuovo in t-shirt e pantaloncini. Le persone spariscono gradualmente, il silenzio mi avvolge...resto qualche minuto a respirare il profumo dei fiori e della terra poi mi avvio verso la macchina.

1 commento:

Anonimo ha detto...

vorrei essere colui che ha condiviso con te quei momenti magici...... Anonimo