giovedì 18 dicembre 2008

La volpe e le due bambine...

In questo periodo ho avuto molti imprevisti e momenti di grande preoccupazione per cui la mia testa era dall'altra parte. Però oggi ho deciso di pubblicare una bella notizia, piccola e dolce notizia per non farci dimenticare di sorridere e che al mondo ci sono anche anime di grande cuore come queste due bambine.
VILLETTA BARREA (L'AQUILA), 17 DIC - Due bambine abruzzesi hanno salvato da morte sicura una volpe che era stata investita da un'auto. E' avvenuto a Villetta barrea, in provincia dell'Aquila, dove l'animale, dopo essere stata travolta da un'auto, si e' trascinata fino al portone della casa dove abitano le due bimbe. Le piccole le hanno prestato le prime cure, facendola sentire al sicuro, poi hanno chiamato i genitori che a loro volta hanno avvertito le Guardie del Parco di Pescasseroli.

mercoledì 10 dicembre 2008

Storia di una ranocchia che non sapeva di essere cotta.

Dall'allegoria della Caverna di Platone a Matrix, passando per le favole di La Fontaine, il linguaggio simbolico è un mezzo privilegiato per indurre alla riflessione e trasmettere idee.
Oliver Clerc, scrittore e filosofo, in questo suo breve racconto, attraverso la metafora, mette in evidenza le funeste conseguenze della non coscienza del cambiamento, che infetta la nostra salute, le nostre relazioni, l'evoluzione sociale e l'ambiente.
Un condensato di vita e di saggezza che ciascuno potrà piantare nel proprio giardino per goderne i frutti.
Immaginate una pentola d'acqua fredda in cui nuota tranquillamente una piccola ranocchia. Un piccolo fuoco è acceso sotto la pentola e l'acqua si riscalda molto lentamente.
L'acqua piano piano diventa tiepida e la ranocchia, trovando ciò piuttosto gradevole, continua a nuotare.
La temperatura dell'acqua continua a salire, ora l'acqua è calda, più di quanto la ranocchia possa apprezzare, si sente un pò affaticata, ma ciò nonostante non si spaventa.
Ora l'acqua è veramente calda e la ranocchia comincia a trovare ciò sgradevole, ma è molto indebolita, allora sopporta e non fa nulla.
La temperatura continua a salire, fino a quando la ranocchia finisce semplicemente per cuocere e morire.
Se la stessa ranocchia fosse stata buttata direttamente nell'acqua a 50 gradi con un colpo di zampe sarebbe immediatamente saltata fuori dalla pentola.
Ciò dimostra che, quando un cambiamento avviene in un modo sufficientemente lento, sfugge alla coscienza e non suscita nella maggior parte dei casi alcuna reazione, alcuna opposizione, alcuna rivolta.
Se guardiamo ciò che succede nella nostra società da qualche decennio possiamo vedere che stiamo subendo una lenta deriva alla quale ci stiamo abituando. Una quantità di cose che avrebbero fatto inorridire 20, 30 o 40 anni fa, sono state a poco banalizzate e oggi disturbano appena o lasciano addirittura completamente indifferente la maggior parte della gente.
Nel nome del progresso, della scienza e del profitto si effettuano constinui attacchi alle libertà individuali, alla dignità, all'integrità della natura, alla bellezza e alla gioia di vivere, lentamente ma, inesorabilmente, con la costante commplicità delle vittime, inconsapevoli o ormai incapaci di difendersi.
Le nere previsioni per il nostro futuro, invece di suscitare reazioni e misure preventive, non fanno altro che preparare psicologicamente la gente ad accettare delle condizioni di vita decadenti, anzi drammatiche.
Il martellamento continuo di informazioni da parte dei media satura i cervelli che non sono più in grado di distinguere le cose...
Coscienza o cottura, bisogna scegliere!

martedì 2 dicembre 2008

Quella volta con le foche...

In una località sulla costa della California all'incrocio tra un fiume e l'oceano Pacifico c'è una fila di foche stese, la maggior parte di esse a pancia in su, beate e sorridenti per il calore dei raggi del sole. Sono seduta su una roccia ad osservarle, sotto i miei piedi la sabbia è umida, il vento tira forte, le onde ribelli si scontrano con le rocce, nel cielo passano un gruppo di pellicani, mentre sulla spiaggia oltre il fiume, vicino alle foche ci sono centinaia di gabbiani e a completare il quadro, le anatre nuotano sul fiume verso l'entroterra. Guardo le foche tuffarsi nell'acqua, giocare con le onde, i loro occhi sono vivi e vivaci. Si divertono. Mi avvicino lentamente per non spaventarle. Poi mi sdraio sulla sabbia piena di pezzi minuscoli di conchiglie, sono a meno di 100 m., inizialmente mi guardano con sospetto, mi controllano, ma poi abituate alla mia presenza si tranquillizzano. Scatto foto, foto e ancora foto. C'è persino un cucciolo di foca tra i due adulti che mi osserva incuriosito, è di color chiaro, ha un muso dolcissimo, mi viene voglia di abbracciarlo e coccolarlo....La foca più vicina a me è enorme, ha lo stesso colore della sabbia, ogni tanto si gratta, si stira sbadigliando, ha l'aria soddisfatta, forse per i pesci mangiati e per i raggi del sole che asciugano il suo pelo. Allora appoggio la mia fotocamera e prendo il sole anch'io. Una fila di foche ed un umano stesi sotto il sole.....Che emozione!!!! Penso che sia stupendo in ogni parte del mondo le foche siano lasciate vivere in pace nel loro habitat senza l'inutile massacro per le pellicce o altro. Anche loro hanno un cuore...